Pluralismo è Informazione?
Quanto “fa bene” il pluralismo all’Informazione e alla Libertà? Si dirà che nella nostra Costituzione c’è un apposito articolo.
Tuttavia, così come non può esserci un medico, un vigile o un poliziotto per ogni cittadino, è evidente la difficoltà di immaginare una testata giornalistica per ogni persona.
“E quante cose dobbiamo fare?” direbbe la signora Rosa di Barivecchia, una che di “pratico” ne capisce.
Già la nostra vita (di cittadini, imprese, amministratori, ecc.) è cambiata da quando la digitalizzazione si è presentata alle nostre porte, con documenti online, fatture elettroniche, questionari da compilare, e non parliamo della “posta elettronica certificata”.
E’ inutile obiettare. Facciamo troppe cose. Siamo chiamati a osservare tantissime nuove disposizioni, che ci lasciano poco tempo per fare altro, a parte il lavorare, il nutrirci, riposare, e cercare di avere una vita.
No. Una testata per ogni cittadino proprio no. Potremmo, certo. Ma non ne abbiamo il tempo.
E allora? Che fine fa la Libertà di Informazione?
La stessa fine che fa la possibilità di andare a cinema, o sulla ruota panoramica, e via dicendo. Cioè, chi vuole e può, ci va. Si fa un giro.
Quindi, non bisogna essere degli Sherlock Holmes per dedurre da tutto ciò che chi apre un quotidiano o un qualsiasi altro giornale (testata, appunto), “vuole” e “può” farlo.
C’è una frase antica, tratta da un passo della “Medea” di Seneca, da cui è derivato il detto “Cui prodest?” e cioè “A chi giova?”.
Giova alla Libertà e all’Informazione, diranno tutti i “puri”.
Di certo, non giova agli alberi, e alla Natura, considerato da dove deriva la carta su cui si stampano i vari giornali (si, qualcuno usa carta riciclata, vabbè).
Tuttavia, va detto che in Italia ci sono copiosi interventi per l’Editoria. Parliamo di centinaia di milioni di euro. Non ci credete? Ecco un link che vi porta a leggere tutte le cifre direttamente da una pagina online della Camera dei Deputati: https://www.camera.it/temiap/documentazione/temi/pdf/1104608.pdf?_1545481473475
Quindi, chi pubblica giornali, nutrirà la fondata speranza di potersi rifare delle spese grazie a qualcuno di tali contributi.
Alt! “Eh, ma anche le radio e le televisioni, godono di quei contributi” dirà qualcuno. In realtà la massima parte di quelle somme, da sempre, è destinata all’editoria su carta stampata. Su centinaia di milioni, solo qualche decina va a tv (in primis) e radio (fanalini di coda).
Strano a dirsi, però, molti quotidiani (lo vedete dai loro siti web) decidono che è importante “dotarsi” (sia pur “a latere”) di web-tv e di web-radio, o di servizi video e audio che pubblicano nei propri siti.
Una cosa davvero singolare, invece, è che radio e tv non sentano (e non abbiano mai sentito) l’esigenza di “avere anche un quotidiano”.
Come mai? E’ semplice. Tv e radio sono sempre state più forti della carta stampata. Dove un editore di quotidiani stampa per esempio dodicimila copie al giorno (e magari ne vende solo quattromila), la tv è seguita da centinaia di migliaia di telespettatori (anche se solo o particolarmente in certi orari), mentre la radio è la vera “Regina” dell’informazione, visto che viene seguita durante (praticamente) tutto l’arco delle 24 ore, ovunque ci si trovi, e qualunque cosa si stia facendo.
Ché poi, c’è un’altra considerazione da fare. Dall’avvento del Digitale Terrestre, le televisioni locali hanno subito una tale “polverizzazione” che la maggior parte degli Utenti ha continuato a seguire solo quelle televisioni che proponevano telegiornali validi, film e telefilm (i latini dicevano “panem et circenses”, un modo per sintetizzare le propensioni del Popolo, come scriveva Giovenale riferendosi alle distribuzioni gratuite di grano effettuate dal Governo dell’epoca).
Quindi, in un momento in cui la TV è in terapia intensiva, viene da chiedersi in quale altra ala d’ospedale alloggino i Quotidiani (e la carta stampata più in generale).
Sopravvive (per il momento, ma si stanno facendo previsioni fino al 2030) la Radio. Un mezzo che non è mai tramontato, che non ha mai tradito i propri ascoltatori, che ha sempre fatto compagnia.
La Radio. Un media che è presente anche a corollario delle notizie scritte sulla carta stampata, nei siti di molti Quotidiani.