Israele e Hamas
A più di una settimana dall’inizio delle nuove ostilità fra ribelli palestinesi e Israele, sia l’ONU e sia singoli Paesi (come Egitto, Norvegia, Cina e Tunisia) premono per un “cessate il fuoco” da entrambe le parti.
Varie manifestazioni hanno avuto luogo anche in Italia per reclamare le “ingiustizie” subite dal popolo palestinese.
A guardar bene, però, bisogna porsi qualche domanda, per capire che -forse- le cose non sono come appaiono, rischi inclusi.
Per esempio, come poteva Israele non sapere dell’accumulo di armi e missili in atto a Gaza, se il territorio è strettamente sotto controllo ai confini della “striscia”?
Israele accusa Hamas di aver “premeditato” il conflitto. Da più parti Israele è viceversa accusata di aver colpito siti “sensibili” (ad esempio il Palazzo dei Media a Gaza City, scuole, eccetera). In realtà, tutti sanno che i terroristi di Hamas sono abituati a usare ogni tipo di “scudo umano” disponibile.
Anche la situazione di Sheickh Jarrah, il quartiere di Gerusalemme Est abitato prevalentemente da Arabi e al centro della polemica che ha innescato i primi lanci di razzi dalla Striscia verso Israele, non è limpidissima: perché Israele vi avrebbe lasciato vivere presunti abusivi per più di sessant’anni?
Di certo, v’è che a subire i danni da ambo le parti è una popolazione in larga parte innocente e che -verosimilmente- viene usata da ambo le parti per motivi politici.
E non tutti in Israele sono d’accordo con la politica di Nethaniau, visto che negli ultimi anni molte persone hanno deciso di emigrare verso altri Paesi.
E non va dimenticato che l’escalation in atto, se non contenuta con la diplomazia, o comunque pacificamente, potrebbe rivolgere la sua attenzione anche ad altre Nazioni, come la stessa Italia, ed esportare atti terroristici in Europa.
E questo, proprio in un momento così delicato per la ripresa delle attività dopo la pandemia, sarebbe assolutamente da evitare.
In sintesi, le guerre, anche se combattute lontano da casa propria (e questa è dall’altra parte del nostro stesso Mar Mediterraneo), è bene evitarle, sempre.