Lecce

D’Aurio: la chiesetta che custodisce la Madonna Nera

Tra le campagne dei comuni di Surbo e Lecce, in direzione Marina di Torre Chianca, si nasconde un gioiello prezioso, una struttura dall’alto valore culturale e religioso, una piccola gemma con una storia importante: la chiesa di Santa Maria D’Aurio.

La storia della chiesa risale al XII secolo, con le prime testimonianze della sua esistenza documentate durante il periodo normanno. In un diploma del 1180, Tancredi d’Altavilla donò alla Chiesa dei Santi Niccolò e Cataldo di Lecce diverse terre, tra cui il territorio di Aurio. La chiesa rappresenta la più antica testimonianza architettonica del casale medievale di Aurìo, scomparso tra il XV e il XVI secolo. Il toponimo “Aurio” potrebbe derivare dal termine greco “Layrìon”, che significa piccolo cenobio. Le “laure” erano infatti le cripte ipogee in cui i monaci basiliani veneravano i santi. L’edificio, di stile romanico, è caratterizzato da una facciata a capanna decorata con archetti pensili, che si ripetono anche lungo i lati. Il portale d’ingresso è sormontato da una lunetta ed è affiancato da due leoni stilofori, probabilmente un tempo alla base di un piccolo protiro. Restano deboli tracce di affreschi, ma la cosa più particolare di tutte sono i resti di una Madonna Nera col Bambino che risale agli inizi del Quindicesimo secolo.

Anche le iscrizioni in greco sono qualcosa di veramente raro nelle chiese, ma che nella chiesa di D’Aurio si possono trovare.