In fondo basta una parola
IL LIBRO
Usare le parole oggi, impiegare tempo per farle risuonare, significa non avere perso la speranza. Per Saverio Tommasi “portarsi dietro delle parole nelle tasche dei pantaloni, nel taschino della camicia, della giacca, infilate nella punta delle scarpe, dentro i calzini e finanche nelle mutande significa avere l’ardire di cercare una soluzione nonostante tutto e senza il preconcetto del luogo più adatto a impiegarle. Significa mantenere la sfacciataggine di pensare che non tutto è perduto”. E farlo, aggiunge, non solo è divertente, ma è l’occasione per scoprire e per scoprirci. “Procuratevi una lampara,” ci invita l’autore, “per cercare le vostre parole preferite in mezzo alle altre. Procuratevi uno scalpello e un bedano per i tagli più profondi. Un vocabolario per calmare la vostra fame. Non siate timidi e tiratele fuori, le parole, non siate tirchi e datele come conforto, condividetele come dialogo”. Delle parole e delle storie è sempre stato innamorato, Saverio Tommasi, e ha iniziato presto a usarle per capirsi e per capire. Fino a farle diventare lo strumento della sua professione: oggi è uno dei giornalisti più seguiti in Italia. Una parola può essere abbastanza per convincere, per dichiararsi. Per far scoppiare una rivoluzione.
L’AUTORE
Saverio Tommasi è nato e vive a Firenze. Diplomato all’Accademia di Arte Drammatica dell’Antoniano di Bologna, ha lavorato in teatro per quasi dieci anni. È giornalista di Fanpage.it, autore di reportage e inchieste in Italia e all’estero, i suoi video hanno all’attivo milioni di visualizzazioni. Ha fondato l’associazione Sheep Italia, con la quale sostiene percorsi di recupero e coinvolge più di 6000 volontari. Ha pubblicato “Siate ribelli, praticate gentilezza” e “Sogniamo più forte della paura” (Sperling & Kupfer 2017 e 2018), “In fondo basta una parola” (Feltrinelli, 2021).