Lecce

Allarme “aule pollaio” presso Unisalento: la denuncia di Udu

Aule sovraffollate, studenti seduti per terra, in piedi in fila, e perfino fuori dalle aule. Un incubo che si ripete ogni anno, ma che quest’anno, a causa della concomitanza con la ristrutturazione di molti plessi universitari, è diventato ancora più grave e diffuso.

È questa la situazione insostenibile che studenti e le studentesse dell’Università del Salento si trovano costretti a vivere. Le continue segnalazioni e proteste degli studenti e delle rappresentanze sindacali non sono riuscite ad arginare il fenomeno, che ha sollevato una questione di diritti fondamentali.

“Abbiamo cercato di prevenire il fenomeno delle ‘aule pollaio’, che ogni anno si ripresenta, ma quest’anno la situazione è ancora più critica. – spiega Laura Piccirillo, rappresentante dell’Udu Lecce in Senato Accademico, che nuovamente denuncia una situazione che aveva già messo in allarme gli studenti e le studentesse prima dell’inizio delle lezioni. – Con gran parte dell’ateneo in ristrutturazione e la perdita di diverse convenzioni, ci siamo ritrovati a dover affrontare disagi enormi”, spiega Piccirillo. Nonostante gli sforzi per sensibilizzare l’amministrazione, attraverso segnalazioni formali e video ironici sui social, il problema è rimasto irrisolto. La rappresentante sottolinea l’impensabilità di non aver preso in considerazione soluzioni alternative, soprattutto considerando l’aumento significativo degli iscritti.

Di fatti, si è consapevoli di quanto tale ristrutturazione servisse, vista la situazione di degrado di
alcune aule o addirittura plessi interi dell’università salentina, ma contestualmente alla volontà di
agire in tal senso, sarebbe stato saggio prendere dei provvedimenti alternativi a garantire in ogni
caso spazi ampi e sicuri per lo svolgimento delle lezioni. Il tutto, soprattutto alla luce dell’innalzamento delle tasse cui studenti e studentesse hanno dovuto assistere.

A tal proposito, Marinella Milia, rappresentante Udu Lecce in Consiglio di
Amministrazione ribadisce – “Ci siamo ribellati all’ora e continueremo adesso ad affermare quanto
sia intollerabile il dover pagare un prezzo incrementato di fronte alla penuria di servizi offerti e le
condizioni deplorevoli in cui la componente studentesca è costretta a “seguire” le lezioni. Tutto
questo incorniciato da una fine non chiaramente fissata dei lavori in corso.
Il nostro ateneo continua ad ampliare l’offerta formativa da una parte, ma a rimanere immobile
circa misure strutturali e convenzioni che potrebbero aiutare a contenere il flusso di studenti in
entrata. L’unico spiraglio di soluzione? Il rinnovo della convenzione con il Museo Castromediano, dopo le
nostre prime segnalazioni ma NON basta!”

Ogni anno, dipendentemente dal tipo di insegnamento si registra un abbandono cospicuo degli
studenti rispetto alle lezioni da seguire e forse è proprio questo dato che porta l’amministrazione
centrale dell’ateneo a “cullarsi” rispetto alla questione.

“Crediamo che ciò che si sta verificando sia una totale violazione del diritto allo studio: il garantire lezioni, ma non dare la possibilità di essere parte attiva della spiegazione del professore influisce nettamente sulla resa nel percorso accademico dell’individuo, sulla sua crescita personale e sulla sua formazione professionale. – conclude Sabrina Loparco, coordinatrice Udu Lecce – Proprio ieri abbiamo fatto richiesta al direttore generale di un tavolo di lavoro, per esporci ancora al fine di spingere l’ateneo verso risoluzioni effettive e concrete”.