BariCulturaEccellenzeLIBRI

Da Bari lo Sherlock Holmes più letto dal pubblico

Oggi parliamo con Roberto De Marinis :

D: giornalista, imprenditore radiofonico, scrittore, Lei è a dir poco poliedrico, come fa a conciliare tutte le sue carriere?

R: In realtà, credo di riempire solo dei «vuoti» di tempo, e cerco di farlo a seconda dell’estro che ho in un determinato momento.

D: Lei è autore di una saga il cui protagonista è il famoso detective Sherlok Holmes : da dove nasce l’ interesse per questo personaggio?

R: E’ stato un caso, quello che mi avvicinò a Sherlock Holmes circa otto anni fa. Era una sera del 2013, e chissà per quale motivo mi venne in mente di verificare se il famoso detective fosse appartenuto allo stesso periodo di tempo di uno dei padri della fantascienza: Herbert George Wells, e verificai che era così.

D: Nel mese di novembre 2021, uno dei suoi libri , intitolato “Sherlock Holmes- Avventura in Oriente” , è primo in classifica di gradimento sul sito «libritop.it» come «miglior libro di Sherlock Holmes in italiano»,  sicuramente una soddisfazione.

R: «Avventura in Oriente» fa parte di una delle due saghe che ho scritto sul personaggio inventato da Sir Arthur Conan Doyle, e cioè (l’ho chiamato così) «Il Ciclo di Reichenbach». In sintesi, anche per non spoilerare troppo, in cinque romanzi racconto cosa successe nei tre anni in cui Sherlock Holmes rimase lontano dalle scene perchè Conan Doyle decise di farlo morire precipitando dalla cascata di Reichenbach. Poi come sappiamo l’investigatore ricomparve ciò giustificando il suo Autore con l’escamotage che il suo corpo non era mai stato ritrovato.

D: Come interpreta questo dato? E come ha reagito a questa importante notizia?

R: «Avventura in Oriente» è il libro centrale (il terzo su cinque) della Saga di Reichenbach. E’ una storia molto bella (mi dicono i lettori), in cui si mescolano il giallo,  l’avventura, lo spionaggio (come poteva esserlo in quell’epoca), con qualche tinta sul rosa appena accennata. Probabilmente, la mistura è quella giusta e per questo è piaciuto ai lettori. Mi fa molto piacere.

D: Lei è un autore che auto produce i suoi libri , una scelta superficialmente semplice ma profondamente complicata perché tutto il lavoro di contorno è sulle sue spalle : perché ha scelto di non affidarsi ad una casa editrice?

R: Perché le cosiddette «Case Editrici» sono in larga parte inaffidabili sia sotto l’aspetto della serietà, e sia per come trattano gli autori emergenti. Pensi che uno dei casi ricorrenti è sentirsi chiedere dei soldi per pubblicare… Meglio Amazon, con un mercato enorme, grande quanto il Mondo stesso.

D: Emilio Salgari è definito un viaggiatore virtuale perché scrisse quasi 200 avventure ambientate nei continenti selvaggi e lontani ma per tutta la sua vita non si spostò mai dalla sua scrivania : Lei eccelle per precisione nelle descrizioni di paesi lontani e la domanda nasce spontanea, li scrive girando il mondo ed ha una fervida immaginazione  o , come Salgari,  è un divoratore di atlanti e dizionari?

R: Nè l’una, e neppure l’altra cosa. Mi piace erudirmi su tutto ciò che scrivo, scoprendo luoghi e correlando le narrazioni alla Storiografia dell’epoca. Pensi che, proprio in «Avventura in Oriente», nei primi capitoli è descritta la città di Istanbul, con le sue caratteristiche, quelle dei suoi abitanti, i colori e i profumi. Ebbene, personalmente non ci sono mai stato, ma nessuno mi ha creduto.

D: La peculiarità dei suoi libri è riempire un vuoto lasciato da Conan Doyle, i 3 anni che passano dalla morte , presunta , di Sherlok Holmes, al suo ritorno, quando misteriosamente ricompare. Arriverà il giorno in cui riempirà del tutto questo vuoto, dopodiché cosa farà? Sarà costretto a cambiare personaggio? Chissà, per par condicio, racconterà le avventure di una donna detective? Da donna , sarei curiosissima di sapere chi sarà l’investigatrice, o , come si suol dire, mi sono  “fatta un film”?

R: Sinceramente, credo di aver finito di narrare storie su Sherlock Holmes. La «Saga di Reichenbach» è oggi completa (su Amazon ci sono tutti i titoli), e vi è anche un altro «Ciclo» con una trama e una ambientazione completamente diverse, che strizza l’occhio al fantastico. Sono altri quattro libri che compongono la «Saga Fondamentalista» in cui l’investigatore incontra… Non posso dire altro. Comunque, ho già abbozzato altri due libri, uno con protagonista un archeologo, e l’altro che è collocato nell’immediato futuro e racconta una storia distopica. In entrambi, uno dei ruoli fondamentali è affidato a una figura femminile. Vedremo se anche questi, quando saranno terminati, incontreranno lo stesso favore di pubblico.

D: Leggendo i suoi libri viene spontaneo pensare alla trasposizione televisiva, non mi stupirei se grandi marchi come NETFLIX l’avessero già contattata per una futura serie , ma magari l’autore onnisciente ci ha già pensato, quindi, per concludere: cosa si aspetta Lei dal futuro? E cosa dobbiamo aspettarci , noi?

R: Parafrasando Sherlock Holmes, l’unico la cui specializzazione è l’onniscenza dovrebbe essere Mycroft, suo fratello maggiore. Io, più modestamente, ho usato come mio ingrediente principale la fantasia. Comunque sia, le mie storie sono impostate a metà fra il romanzo e la sceneggiatura, e chissà che qualche casa di produzione televisiva o cinematografica non rimanga presa dalle trame e magari ne voglia trarre qualcosa.

D: Ringraziamo Roberto De Marinis per questa bella e interessante intervista che ci ha fatto scoprire aspetti inediti dello scrittore ed invitiamo tutti i fan di Sherlock Holmes a non perdere l’occasione di conoscere quel tratto di vita del detective che il suo creatore decise di nascondere al pubblico.

R: Grazie a voi.